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Storia della Lanterna

Eravamo sul finire degli anni Novanta, un gran bel decennio, un’epoca di incredibili innovazioni, e la mia era una generazione cresciuta giocando per strada, senza internet e senza cellulare, ma che vide nascere i primi computers ed i primi telefonini, e che assistette ad una vera e propria rivoluzione sociale. Una generazione di passaggio cresciuta sognando i miti americani e che non ha mai trovato veramente un suo posto nella storia.

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Mi trovavo a Senigallia, in viaggio con mio padre. Voleva presentarmi uno dei più grandi fotografi della storia italiana.

Il grande Mario Giacomelli mi chiese che progetti avessi per il mio futuro. Immaginate me ragazzino di fronte ad una persona così importante.

Eppure il suo interesse per il mio futuro era così sincero e genuino che mi mise subito a mio agio.

È passato davvero tanto tempo da quel magico momento, ma se la memoria non mi inganna, risposi che volevo fare qualcosa che mi piacesse davvero, qualcosa che avesse a che fare con le mie passioni. In effetti già allora desideravo un’attività che fosse davvero mia, qualcosa che… “fossi io”.

E allora lui mi invitò a brindare al futuro. Dopo non molti anni aprii la Lanterna Magica. E la cosa curiosa è che l’ingresso del primo locale della Lanterna era identico a quello del negozio che Giacomelli aveva nella sua città.

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Diedi vita alla libreria Lanterna Magica nel dicembre del 2003. Avevo ventidue anni, un lotto di cinquecento libri usati, un archivio di fotografie dell’Ottocento, un contratto di affitto per un locale di appena ventiquattro metri quadri in tutto (comprensivi di ufficio e bagno) che mi ero premurato di “vestire” a nuovo con un arredamento su misura interamente in noce, un piccolo ma per me enorme debito con lo Stato (che aveva approvato la mia richiesta di un prestito per l’imprenditoria giovanile), un grande sogno e tanta voglia di fare e di creare.

Ricordo con grande amore il primo giorno passato dentro il locale al n. 55 di Via Goethe che sarebbe diventato a breve la mia libreria. Mancava ancora la corrente elettrica, ma mi ero già messo di buona lena a catalogare il mio lotto di libri. Si fece buio, ma fortunatamente mi ero premurato di portare con me una torcia, così continuai a lavorare fino a tardi. Fu una sensazione particolare, c’era un silenzio singolare quel giorno, eravamo solo io e lei, la Lanterna Magica intendo, sentivo già la sua avvolgente presenza in divenire, attorniato dal gradevole odore di legno di noce appena lucidato e dal sapere racchiuso in tutti quei volumi.

Era l’otto di dicembre quando aprii per la prima volta al pubblico la saracinesca di quel piccolo locale che venne in seguito spesso definito “una bomboniera dai clienti. Qualche giorno dopo ci fu una bella inaugurazione, un piacevole pomeriggio tra amici e artisti. Ricordo ancora Enzo Sellerio che mi consigliava di mettere le ruote all’ingombrante mobile centrale per poterlo spostare agevolmente secondo il bisogno, e il padre di un caro amico che cercava di incoraggiarmi dicendomi che per i primi anni non era importante fare grandi cifre, ma riuscire a vendere ogni giorno qualcosa. Un conoscente mi regalò una calcolatrice che usai per anni. La gente era quasi tutta fuori, perché dentro si stava stretti già in poco più di sei persone. Anche il buffet era stato allestito fuori, fortunatamente il tempo fu clemente. Per l’occasione avevo acquistato dal panificio di fronte qualche chilo di arancinette, onorando la tradizione palermitana di mangiare arancine il tredici dicembre di ogni anno. Un buffet piuttosto rustico, ma sicuramente gradito a tutti gli ospiti.

Nei giorni a seguire attesi i clienti. Le persone, passando, guardavano incuriosite la vetrina, e dopo un po’ cominciarono anche ad entrare a curiosare.

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Un signore bassino e rotondetto un bel giorno si fermò sulla soglia, si guardò intorno carezzandosi la pancia, poi sospirò e, levando una mano ad indicare gli scaffali con un gesto plateale, mi disse a gran voce: “levasse tutte cose e ci mettesse panini!” E dopo una lunga pausa in cui io rimasi a bocca aperta senza proferire parola, si spiegò meglio: “Panini con le panelle! Gliele do io le friggitrici, ne ho due grandi così a casa! Levasse sti libri e ci mettesse panini e panelle, le dico! Ascoltasse a me che ne capisco! La gente vuole mangiare!”

Avevo ancora la bocca aperta, incredulo e divertito, e forse anche un po’ ferito nel mio orgoglio giovanile di neo-libraio. In effetti non capivo se si stesse prendendo gioco di me. Fissai l’uomo per un po’, era serio, e dovetti arrendermi al fatto che non si trattava di una burla. Non ho nulla contro i panini con le panelle, sono davvero buoni, ma mi voltai a guardare gli scaffali in noce e per un attimo li immaginai colmi di panini oleosi. Mi scappò un sorriso e ringraziai quel signore per il consiglio, ma gli dissi che non avevo bisogno di friggitrici, volevo vendere libri. Così, sbuffando, mi propose di pensarci su e mi salutò.

Un paio di giorni dopo arrivò il mio primo incasso ufficiale: un simpatico vecchietto acquistò un vocabolario usato a dieci Euro. L’Euro era entrato in vigore ormai da quasi due anni, e io ne conservo gelosamente, ancora oggi come allora, una banconota da dieci proprio come quella che mi diede il vecchietto, ma non è la stessa, si tratta della prima banconota che, entusiasta, andai a ritirare di buon mattino insieme a mio padre il primo gennaio del 2002, quando ancora la libreria era solo un progetto.

 

Ma torniamo a noi.

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C’era un giovane signore che di tanto in tanto soleva sedersi su un divanetto all’interno del piccolo locale. Stava lì in silenzio finché non entrava qualche cliente. Come cominciavo a parlare con un cliente, magari mentre ero intento a mostrare una fotografia antica, questo simpatico signore si svegliava, così si sentiva riecheggiare la sua voce: “che è Giuseppe? Oggi te la sei mangiata la pasta col sugo?” E puntualmente rispondevo: “sì. L’ho mangiata” e tornava il silenzio.

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Ai libri usati e alle fotografie d’antiquariato cominciarono ad aggiungersi altri prodotti: libri nuovi, giochi di ruolo, giochi da tavolo, oggettistica.

C’era una sezione intitolata “L’angolo del mistero”. Già da circa sei anni avevo iniziato ad interessarmi a letture che potessero arricchirmi spiritualmente, ed ero molto orgoglioso di quell’angolino. Poi mia madre, che dietro le quinte si è sempre prodigata per aiutarmi al pari di mio padre, trovò il contatto di una giovane ma promettente casa editrice esoterica e cominciai ad acquistarne i libri. Era nata nello stesso anno della mia amata Lanterna, e si sviluppò una bella amicizia con il suo titolare.

Da lì in poi conobbi altre persone del settore, e questo mi diede modo di stringere altre belle amicizie con cui condividere il mio percorso.

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Nel 2006 Lanterna Magica si spostò al civico 43, un locale molto più grande. Sebbene affezionato al 55, questo era diventato troppo stretto per quello che avevo in mente.

Per un po’ mantenni due negozi, dividendoli per categoria di prodotti: al 55 trattavo solo antiquariato, al 43 tutto il resto. E le cose andavano veramente bene.

Dopo un paio di anni, chiusi il locale al 55 e mi dedicai completamente a quello nuovo.

Inizialmente dovetti adattarmi con delle orribili scaffalature in metallo che mi premurai comunque di tirare ben a lucido. Ricordo i primi giorni in cui una vera e propria squadra di amici si mise all’opera per sistemare il locale: chi si occupava dei cavi elettrici, chi puliva, chi montava mobili, io che mi ero incaponito su di una vecchia scrivania in metallo nel tentativo di renderla presentabile come banco per la cassa. Ne verniciai la superficie di giallo canarino, ancora mi chiedo perché lo feci, ma in fondo il risultato non fu affatto sgradevole. E i cassetti funzionavano ancora.

Nella seconda parte del locale allestii una ludoteca in cui chiunque poteva decidere di sedersi gratuitamente a giocare ad un tavolo: quanti ragazzi venivano a passare interi pomeriggi di gioco! Molti di loro, adesso giovani uomini, frequentano ancora la libreria e ricordano con molto affetto quel periodo.

 

Quello al 43 di Via Goethe credo sia stato il locale che negli anni ha visto più trasformazioni di qualsiasi altro in tutta la città. Ma in effetti mi diverte molto rinnovare ciclicamente l’assetto dell’esposizione e dell’arredamento. Succede circa un paio di volte all’anno. A volte sono piccole cose, altre volte si tratta di vere e proprie rivoluzioni. I clienti più affezionati si divertono ancora oggi a ricordare i cambiamenti avuti negli anni e a scoprire quelli ancora in corso.

 

In quegli anni mi servii di uno slogan che trovavo molto carino e attinente alla mia attività, così su tutti i biglietti da visita e le pubblicità si poteva leggere: “Siamo specializzati nei tuoi sogni...”

Il problema fu che un giorno mi si presentò in libreria un ragazzino con i genitori. Mi chiese un acquario. Quando gli risposi che non vendevo acquari lui obbiettò: “ma sul biglietto da visita c’è scritto che siete specializzati nei miei sogni! E io sogno di avere un acquario!”

Bene. Decisi che era ora di mettere da parte quello slogan.

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Nel 2008 nacque la casa editrice: Lanterna Magica Edizioni. Da libraio avevo due grandi fortune: potevo diffondere cultura e potevo io stesso trovare senza tanti intermediari tutti i libri che avrei voluto leggere. Ma da editore potevo anche selezionare e “creare” cultura da diffondere. Una gran bella cosa. Quando pubblicai il mio primo libro, assistetti personalmente al processo di stampa. In quegli anni la stampa digitale non aveva ancora raggiunto i traguardi di oggi, quindi dovevo affidarmi alla stampa tipografica tradizionale. Mi trovai di fronte ad una macchina grande quanto il vagone di un treno: i grandissimi fogli entravano da una parte per uscire stampati alla perfezione quindici metri più avanti. Che spettacolo! E quell’odore di carta e inchiostro diffusi dal calore delle rotative era inebriante! Che strano, dopo tanti anni, di certi ricordi si conserva soprattutto l’odore. Ci avete mai pensato? Credo sia così un po’ per tutti e per tutto ciò che rappresenta un cambiamento o un avvenimento importante per noi in un dato momento della nostra vita. Capita che le immagini sbiadiscano, eppure resta il ricordo dell’odore. Un odore indefinito, tuttavia pungente e sempre presente in qualche cassetto della memoria.

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Tra il 2008 ed il 2009 feci rinnovare l’arredamento da una falegnameria di fiducia, smantellai la ludoteca perché serviva più spazio, uno spazio che arredai in modo impeccabile: la libreria era uno splendore adesso, e i reparti merceologici ben suddivisi ed organizzati.

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Poi arrivarono i viaggi, le fiere, i corsi di discipline olistiche, le mostre, i grandi artisti che da tutta Italia e non solo ci hanno fatto l’onore di presenziare qui, le conferenze, le prime feste celtiche, i concerti, i salotti a tema e tanto altro. I miei amici animali mi hanno sempre sostenuto: Morgana a pochi mesi cacciò dal locale un malintenzionato, poi venne Lanternina, la prima gattina custode e libraia della Lanterna, e qualche anno dopo Vivienne che in seguito venne però a vivere a casa con me e Morgana.

 

Negli anni si succedettero tanti successi, ma me li dovetti sudare, mai nulla, al contrario di ciò che si può pensare, è piovuto, come si suol dire, dal cielo, mai. Ho dovuto sempre lottare, e anche inventare e reinventare continuamente nuovi servizi, nuove grafiche, nuovi contatti, nuove iniziative, nuovi eventi, praticamente tutto. Tanti sono stati i sacrifici, e ci sono state anche delusioni, ma quelle nascono sempre dalle aspettative che hai nei confronti delle persone, perché quando crei qualcosa di bello, quando dai vita ad un sogno, e lo fai con estrema passione, susciti qualcosa in chi ti osserva: può trattarsi di una bella emozione, uno stimolo positivo, o un invito a fare altrettanto (e questo è un bene per te che crei e diffondi armonia e per chi recepisce il giusto stimolo) e ti aspetti che debba essere sempre così, eppure a volte può trattarsi di qualcosa di negativo. Dipende da chi osserva, e purtroppo ci sarà sempre qualcuno che reagirà negativamente alle cose tanto belle, che cercherà di togliertele o di danneggiarle, ho imparato a non avere aspettative troppo elevate in chi mi circonda e a ringraziare l’Universo quando accadono cose belle.

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Nel tempo sono passate da qui tante e tante persone, quante storie! Ed ognuna di queste, a suo modo, ha contribuito a fare grande la Lanterna Magica che ha sempre conservato l’armonia e quell’aspetto accogliente e familiare che l’hanno sempre caratterizzata. Chi la conosce sa di cosa parlo, basta mettere un piede nel locale per capirlo.

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All’inizio del 2020 il locale si è rinnovato completamente, di nuovo, dando vita alla nostra tanto amata caffetteria, il cui menu si è già arricchito di leccornie provenienti da tutta l’Europa.

Quanta burocrazia per avere tutti i permessi! Ma a quel punto Lanterna Magica era un vero e proprio caffè letterario.

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Adesso ho scelto di tornare a concentrarmi sulla casa editrice, perché mi offre una maggiore possibilità di creare e diffondere cultura, uscendo dagli spazi a volte troppo limitanti della mia bella città. Lanterna Magica Edizioni ha infatti da poco portato a termine un completo restyling, cambiando metodo di stampa, acquisendo una nuova distribuzione nazionale, nuovi autori, nuove collaborazioni e un nuovo sito, immediato e moderno, ma dal sapore antico, come la nostra tradizione.

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Concludendo, il mio pensiero va a mio padre, il mio più grande Amico e Maestro, che negli anni mi ha insegnato tutto quello che so sull'editoria. Fin da giovanissimo, negli anni '90, iniziai a collaborare con lui presso la storica casa editrice d'arte fotografica dei miei, la prima casa editrice siciliana a pubblicare una rivista fotografica a distribuzione nazionale. E dal 2008 abbiamo continuato a lavorare insieme con grande affiatamento alle Edizioni Lanterna Magica. Ricordo con grande affetto le serate passate con lui davanti al monitor, a correggere bozze. Momenti felici e indelebili che custodirò sempre nel cuore. Grazie papà.

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© Giuseppe Mirisola

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© Lanterna Magica di Mirisola Giuseppe 2023

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